Come ogni anno si tiene la fiera internazionale sui minerali e fossili, un florilegio di espositori di ogni orizzonte. Purtroppo si distingue la solita ed incalzante presenza di rivenditori di pietre preziose, ninnolame, Buddha scolpiti in onice, agata o crani aztechi di dubbio gusto.
Nonostante questo la fiera è sempre molto affollata, da gente di tutte estrazioni sociali ed i collezionisti (noti) sono sempre presenti.
Gradevole incontrare vecchie conoscenze con cui fare quattro chiacchiere sorseggiando una delle tante birre locali.
Tra chi espone sempre e comunque si trova Patrick Catto, Didier Walhain e Roland Juvins. Con fossili provenienti da vari siti e che ne definiscono un poco la loro peculiarità di rivenditori.
Patrick è una vecchia leva che ha il suo campo di attività prevalentemente in Marocco, conosce e gira i vari siti e propone sempre materiale estremamente interessante e ben lavorato. Ha collaborato con Geyer, Van Roy, Pillola, Lefebvre ed è un punto di riferimento per i trilobiti ed i nuovi siti che vengono scoperti e studiati nel nord Africa. Un pontifex tra i collezionisti ed i professionisti del settore. La preparazione delle bestiole esposte è generalmente effettuata da Hammi e Ali Ouakki, con qualità che sono praticamente perfette. Oltre al sempre presente Devoniano, quest'anno molti pezzi del Cambriano inferiore hanno fatto la loro apparizione, un bel Fallostapis (incompleto, vedi foto piu' in basso) in positivo e negativo era assai appetitoso, ma è stato venduto prima che lo potessi ritrovare oggi...
Il problema di alcuni di questi nuovo fossili è la preparazione che alcuni marocchini propongono, rovinando inesorabilmente il pezzo, con l'intento (erratissimo a mio parere) di voler creare esemplari volanti (pessima moda) anche quando la matrice e la fossilizzazione non lo permette. Cosi' la morfologia delle pleure ed il contorno dell'innocente artropode diventa una pura espressione michelangiolesca del preparatore che, non essendo appunto il grande scultore rinascimentale, è causa di pianti e stridore di denti a chi con occhio attento guarda a queste creature.
Di quest'ultima foto, il pygidium a "dente di sega" di questo Apatokephalus mi lascia molto a desiderare, ma l'associazione con gli altri trilobiti la trovo carina.
Eccolo il Fallotaspis plana. Davvero non male. Una coppia di Daguinaspis ambroggi (purtroppo 'volanti') facevano la loro bella impressione.
Didier, insieme al suo inseparabile collega Tony, possiede sempre la sua esilarante façon di esprimersi che è un piacere, simpatico e carismatico, presenta un pot-pourri di trilobiti, denti di dino, ammoniti, foglie e quant'altro attiri un poco l'attenzione. Un passaggio obbligatorio per cercare nei suoi pezzi qualcosina che si trova sempre.
Ha avuto anche la gentilezza di accogliere in un angolino i miei due libri sui Trilobiti e meduse, vendendone, con mio grande stupore, ben tre copie!
Ok, va bene, nessuno è perfetto...
Infine Roland. Un punto di riferimento per chi cerca del Bundenbach, ed i crinoidi ed asteroidi che vende sono decisamente sempre attraenti. Quest'anno una bella piastra con un Mimetaster hexagonalis faceva la sua bella figura, ed in uno scatolotto, tra le altre cose, (meraviglia!) una Naraoia di Burgess (che li per li ho scambiato per una bella Tariccoia sarda). Date le ristrettezze economiche che mi sono auto-imposto dopo la pubblicazione dei libro sui trilobiti, ho gaudito alla vista ma non ho acquistato. Magari più in là...
Le foto sono pessime, la luce non era delle migliori per fotografare le nere lastre.
Tra le novità c'era uno stand che proponeva delle copie di crani di ominidi assai interessante, oltre che due grandi crani di Ceratosauro, T-rex (ovviamente) ed altri rettili (tra cui sinapsidi). Qualitativamente ho avuto l'impressione di "bof-bof", ma non sono un buon osservatore per queste riproduzioni, che risultano comunque inusuali.
Nella zona di scambio dei fossili Jean-Jacques e Sébastien proponevano parte della loro collezione e grandi (e belli) echinodermi del Mesozoico del Bacino della Mosa facevano capolino dalle loro scatole. Sicuramente per gli amanti di questi echinodermi ci sarebbe stato materiale di scambio e acquisto.
Seguono foto fatte in giro tra i vari banchi, in ordine sparso...
Si trovano ancora dei 'ribelli' che spacciano queste strutture come stromatoliti...
Patrick Catto e una delle Furca presenti nel suo stand. Di questa era disponibile il positivo ed il negativo.
Si chiude la giornata con un cielo rosso fuoco (la foto non rende quanto era bello) che ha inondato la skyline della "città ardente".
Al prossimo anno Intermineral n°51!
Riguardandola , quella Furca di patrick è veramente bella...
Sempre bella, un peccato non esserci chi sa’ magari il prossimo anno