Nel capitolo precedente, dove si è parlato di Trattamento d'Immagine XIII: Focus stacking e macro ho introdotto l'acquisizione di immagini utilizzando tecniche di foto stacking e l'utilizzo di macro. Premetto che sono assolutamente alle prime armi e quindi ho molto, moltissimo da imparare, chiedo venia quindi se utilizzerò' termini inappropriati o tecniche da far cadere i capelli. Ma dato che chi non risica non rosica, bisogna ben pure partire da qualche parte...
Il sistema di acquisizione delle immagini si è basato sull'impiego di uno zoom 70-300mm montato su una reflex Nikon D3300, e l'utilizzo di un obiettivo da microscopio 4X che sullo zoom a 300m mi da un ingrandimento di circa = 6.7x.
L'obiettivo si avvita su un anello adattatore a passo RMS (Royal Microscopy Society) e davanti all'obiettivo della macchina fotografica. Questo obiettivo (di buona qualità per chi inizia) è piu' che sufficiente per cominciare ad acquisire dettagli interessanti di micro fossili o di piccoli organismi quali, in questo preciso caso, di foraminiferi.
In casa ho la fortuna di avere un sacchettino contenente della marna pliocenica che, una volta disciolta in acqua, passata nell'acqua ossigenata e filtrata, ha fornito un'associazione di clasti, teche di foraminiferi, ostracodi, radioli di echinidi, gasteropodi, lamellibranchi e cosi' via. Un ago ed uno stuzzicadenti umido mi hanno permesso di poter esplorare e selezionare dal residuo, tramite l'ausilio delle stereomicroscopio, i piccoli organismi e porli sopra un portaoggetti in plexiglas.
Le foto per ora sono quello che sono e mi trovo di fronte a qualche problema tecnico, legato principalmente al movimento impercettibile della finestra della reflex che quando si apre e si chiude dà origine ad un micro-mosso che non permette di ottenere delle immagini completamente nitide quando osservate a 100%. Ridurre i tempi di posa aumentando la luce disponibile è già una probabile soluzione, questo verrà risolto prossimamente, forse, con l'acquisizione di una lampada led composita (81 led) ed estremamente luminosa (1000 lumen). Al momento utilizzo delle lampade led Ikea che fanno il loro mestiere (220 lumen).
Le foto sono il risultato della fusione di circa 100 immagini, acquisite con scarti dell'ordine di 10-20µm, compilate su Helicon Focus e rifinite su Photoshop.
Di seguito una carrellata di foto, senza identificazione, che mettono in evidenza i risultati che si possono ottenere con questo tipo di attrezzature. Come detto in precedenza, nonostante risultino "belle" come foto, sono decisamente migliorabili, soprattutto nel dettaglio. Qui credo che il buon @guido.gherlenda avrà da insegnarmi parecchio... :-)
L'unità rappresentata nelle foto corrisponde ad un centesimo di millimetro, quindi la lunghezza totale della scala è uguale ad 1 mm.
Vi leggo ragazzi e quello che scrivete è interessantissimo...
Qualche immagine supplementare con la medesima tecnica
Grazie mille Guido, sempre informazioni da far tesoro...
Questa sera ho provato ad effettuare acquisizioni con un sistema differente, non piu' cioè con il sistema in verticale, ma questa volta in orizzontale:
il microfossile è incollato biecamente sulla punta di uno spillo con una minigoccia di vinavil, e fissato tramite una pinzetta per saldatori davanti all'obiettivo del microscopio.
Il risultato che si ottiene lo ritengo migliore: probabilmente con camera in verticale si è piu' soggetti a micro-vibrazioni (che comunque restano dato che la finestra della reflex aprendosi e chiudendosi influenza la presa fotografica a questi ingrandimenti).
Le foto che seguono ne dimostrano un poco meglio la qualità. Stesso trattamento con Helicon e poi Photoshop. Come detto precedentemente, sono alle prime armi, quindi in fase (più che) sperimentale.
Grazie per i vari suggerimenti e consigli che mi saranno indirizzati.
Ovviamente quanto scriverò è mia opinione e basata solo sulle mie esperienze, ben lungi dalla verità assoluta.
Ho postato le tre immagini nel mio precedente per avere una base dalla quale partire, certamente non sono immagini da concorso ma mi sembrano decenti, se il risultato che si vuole ottenere è simile a queste, sicuramente perfezionabili, l'attrezzatura potrebbe essere diversa a tutto vantaggio della praticità.
Sino a questi ingrandimenti e anche un po' più spinti trovo insuperabile l'uso di un'ottica fotografica, nel mio caso un obiettivo da stampa Schneider Componon 50/2.8 (da evitare come la peste i Componar, mentre molto simili come qualità sono gli El-Nikkor 50/2.8, i Rodenstok Rodagon 50/2.8 e i Leitz Focotar 50/4.5) rigorosamente montati invertiti che sopportano tiraggi di oltre 250mm, per ingrandimenti maggiori si può optare per i 28mm ma qui reperibilità e cifre sono ben diverse.
I vantaggi di queste lenti sono un'ottima planarità, un'eccellente risoluzione e l'impagabile diaframma, ovviamente l'uso di questo dovrà tener conto del tiraggio, più è lungo e meno si può chiudere per non incappare in uno scadimento dell'immagine causata dalla diffrazione.
Le immagini postate sono il risultato di uno stack di 3-4 scatti, in virtù della profondità di campo di queste lenti, con indubbi vantaggi sia in termini di tempo che qualitativi, inoltre l'elevata luminosità permette tempi di scatto più rapidi a pari illuminazione, quasi sempre sono lenti adatte alla polarizzazione cosa non sempre vera con le ottiche da microscopia.
Un obiettivo da microscopio montato su un tele, meglio se focale fissa rispetto ad uno zoom con un sistema ottico più complesso, è indispensabile per ingrandimenti più elevati, molto spesso le immagini meravigliose con ingrandimenti molto spinti che osserviamo in rete sono fatte con questo sistema usando magari un Mitutoyo Apo che costa come un polmone.
Importante prestare attenzione a non colpire con l'illuminazione la lente frontale perchè lo scadimento è inevitabile, un semplice paraluce fatto avvolgendo un cartoncino nero al barilotto sarà brutto ma funziona.
Nel caso del Componon è facile farsene uno con una stampa 3d:
Riguardo l'illuminazione ovviamente la quantità di luce deve essere la più alta possibile, i faretti reggono sino ad un certo punto poi la vicinanza della lente frontale con il soggetto impedisce di posizionarli adeguatamente, le varie cupoline riflettenti funzionano bene ma spesso appattiscono troppo il soggetto, io uso uno o due anelli sovrapposti con 90 led da 5x2mm spessi solo 10mm, con luce concentrata per evidenziare la superfice oppure diffusa nel caso di soggetti già contrastati, gli stessi anelli li uso anche montati sul microscopio per macro molto spinte.
Per questa soluzione basterebbe convincere Gianpaolo a farsene produrre un pochi .
Riguardo la pulizia dei soggetti, importante come la ripresa, nonostante continuo a sentire che basta una lavata con Lysoform (magari se parlassero di benzalconio cloruro in concentrazioni maggiori dell'1% del Lysoform potrei anche credrci) direi che questo sistema è valido solo per identificarli ma per la fotografia serve qualcosa di più efficace ad esempio H2O2 in concentrazioni abbastanza elevate.
Purtroppo sino a domani sera sono preso per il collo, l'unico suggerimento che posso darti al momento è di non acquistare nulla.