Mi sembra ieri, eppure è già passato piu' di un anno da quando ho scritto l'ultimo post sul trattamento d'immagini nel settore della paleontologia.
E tanta acqua è passata sotto i ponti. Per chi mi ha seguito sulla mia pagina Facebook, dal febbraio dell'anno scorso, mi sono lanciato nell'acquisizione di immagini di microfossili utilizzando tecniche di macrofotografia estrema, che consiste nell'utilizzare obbiettivi da microscopio collegati, via un tubo di lunghezza ben definita ad una camera fotografica.
Semplice ?
NO
Molti, moltissimi fattori sono da prendere in considerazione, a partire dalle ottiche da microscopio utilizzate, l'illuminazione del soggetto, il tipo di camera fotografica, le vibrazioni indotte dal movimento della tendina che apre e chiude dinnanzi al sensore della fotocamera, dalle macchine, camion, Godzilla, che passano sotto casa e che fanno un pot-pourri dell'immagine (delle immagini) acquisite, dei riflessi interni al tubo che collega obiettivo e fotocamera. Se poi si utilizzano obiettivi "infiniti" è richiesta una lente intermediaria per dirigere correttamente il fascio luminoso, lente che può essere invertita per ottenere un'immagine piu' netta e tante altre cosine che rendono la vita più friccicosa.
Pero' i risultati ci sono e, dopo un anno di avventure, test, modifiche al set up in tutti i sensi e modi posso dire che sono soddisfatto dei risultati.
In realtà non è vero, ma lo scrivo per cercare di convincermi. Mento al punto tale, da aver scritto un articolo per una rivista americana (Fossil News) in cui racconto la mia esperienza e le tecniche di base per potersi lanciare in questa impresa. I folli hanno pure dedicato la copertina della rivista con una delle mie foto di insetti acquisiti in un'ambra Dominicana (presumibilmente piu' che di ambra si deve parlare di Copale):
Comunque al fine di poter condividere il popo' di esperienza che ho maturato, condivido l'articolo in formato pdf di seguito e che potrete scaricare e condividere con fratelli, sorelle, nonne e zie.
Il documento è in inglese, fatevene una ragione, ma vedro' di risvegliarmi e scrivere in questo forum i vari processi ed esperienze fatte (ed altrettante ne seguiranno).
Ho iniziato, piuttosto diciamo che ho fatto un aggiornamento del mio sito web dormiente da anni, inserendo differenti sezioni presso cui potrete vedere alcune delle foto che è possibile ottenere con queste tecniche, liberi di esplorare e saranno più che benvenute critiche e suggerimenti per migliorare il tutto:
A presto!
E.
Da quanti elementi è composto un "tube lens" a partire dall'obiettivo da microscopio sino alla fotocamera? Molti, a seconda anche dal sistema che si possiede.
Fondamentalmente esistono MJKZZ e Wemacro, due sistemi che permettono di ottenere gli stessi risultati, ma con un'architettura differente.
Di seguito propongo quello che possiedo io, modulare, acquistato il modello di base presso MJKZZ (che è situato in Austria, quindi non ci sono tasse di importazione doganali) lo ho adattato per utilizzare la lente Raynox intermediaria invertita.
A: Obiettivo da microscopia
B: 37-M26 adapter (questo adattatore varia in funzione del tipo di obbiettivo che si utilizza; per il Mitutoyo è un M26, altri sono gli standard RMS, Nikon utilizza il M25)
C: 58-37 step down ring
D: 62-58 step down ring
E: 58-42 step down ring
F: 42-43 step up ring
G: Raynox 150 lens reversed
H: 49-49 male to male adapter
I: 42-49 step up ring
J: 42mm MJKZZ-VLE variable length extension tube (adjustable from 20mm to 30mm)
K: M42 - Nikon mount camera
L: Nikon reverse mounting 52mm
M: Extension tubes internally flocked (diameter 57mm, 3x 28mm + 1x 14mm + 1x 7mm) --> la lunghezza totale (ed il numero di anelli richiesti) varia in funzione del tipo di fotocamera utilizzata.
N: M42 to camera mount
O: 57-58 female to female ring to connect the SONY body camera
P: Camera
Q: Clamps with screws (3x 57mm internal diameter)
R: 160mm long double Arca Swiss compatible plate