È importante, ogniqualvolta si voglia pubblicare l’immagine di un soggetto, aggiungere un riferimento che ne indichi le dimensioni. Se per soggetti macroscopici, una moneta, un righello o un’apposita scala centimetrica sono sufficienti, per soggetti che possiedono dimensioni sub-millimetriche, l’operazione potrebbe apparire più complicata.
Potrebbe, ma in realtà non lo è.
Per aggiungere una barra di riferimento, occorre innanzitutto poter misurare il valore (in pixels) della lunghezza di un riferimento metrico presente all’interno del campo visivo dell’obiettivo. Questo si effettua acquisendo una foto di una scala millimetrica o micrometrica come, per esempio, quella visibile qui sotto.
Vetrino con incise le scale micrometriche utilizzabili per calcolare l’ingrandimento e le dimensioni dei microfossili.
In questo caso, si tratta di un semplice vetrino portaoggetti da microscopia, in cui sono incise differenti scale sub-millimetriche, che vanno dal decimo al centesimo di millimetro; per bassi ingrandimenti si possono utilizzare anche dei righelli. Si pone il vetrino di fronte all’obiettivo, si mette a fuoco e si fotografa cercando possibilmente di avere la scala micrometrica parallela alla base del fotogramma.
L’immagine così acquisita si importa in un programma di grafica (nel mio caso utilizzo Adobe Photoshop). Si calcola il numero di pixels che sono inclusi all’interno di due (o più) tacche. Nell’esempio sottostante il numero di pixels inclusi tra le tacche di 1 e 2 (cioè 1 centimetro in questo caso) sono 4066. Quindi abbiamo 4066 pixels inclusi in uno spazio di 10mm, ogni pixel di conseguenza ha una dimensione di circa 0.0025mm (o 2.5µm).
Noto il numero di elementi che caratterizzano il sensore della camera fotografica, sarà facile conoscere le dimensioni del campo coperto dal nostro obiettivo.
Il modello di fotocamera SONY A7RII che utilizzo, possiede un sensore di 35.9x24mm, composto da 7952 x 5304 elementi; per altri modelli il valore lo si rinviene facilmente nel libretto delle istruzioni che accompagna la fotocamera, o effettuando una semplice ricerca sul web.
Moltiplicando la dimensione in mm del singolo pixel per il numero di pixels presenti sul sensore, posso ottenere la dimensione del campo, cioè in questo caso 0.0025 mm x 7952 = 19.88mm cioè poco meno di 2 cm, come già si evince osservando l’immagine precedente.
Ovviamente questo valore della dimensione del campo varia in funzione dell’obiettivo che si utilizza e della configurazione ottica utilizzata. Conoscendo a priori che set-up si utilizza, sapremo di conseguenza le dimensioni del campo coperto dal nostro obiettivo e potremo, per esempio, creare delle barre di scala “ad-hoc” che sarà possibile riutilizzare ogniqualvolta acquisiremo un soggetto con un predefinito set-up.
In Adobe Photoshop è possibile creare una libreria che permette di essere facilmente utilizzata in funzione del sistema che abbiamo utilizzato:
Una volta acquisito il soggetto, sarà solo sufficiente selezionare il setup e successivamente attivare il menu "Place Scale Marker..." per poter posizionare la barra della scala di riferimento nella immagine finale.
Happy stacking!
certo. Ma FB è immediato ed i messaggi sono "pillole" (poi buona fortuna a ritrovare dei testi o post vecchi di qualche settimana). Tra l'altro non sarebbe possibile scrivere un testo strutturato come quello sopra, quindi queste pagine avranno sempre un posto nella piattaforma internet