Phylum Arthropoda von Siebold, 1848
Ordine Radiodonta Collins, 1996
Famiglia Hurdiidae Vinther, Stein, Longrich & Harper, 2014
Aegirocassis benmoulae
Una delle più importanti scoperte compiute negli ultimi anni è la ricca fauna Ordoviciana di Fezouata, in Marocco. Dai livelli dell'Ordoviciano inferiore sono emerse faune estremamente ben conservate che hanno permesso di ricostruire con grande dettaglio il biota che si è sviluppato dopo l'estinzione di massa che ha marcato il passaggio dal Cambriano all'Ordoviciano: il cosiddetto GOBE (Great Ordovician Biodiversification Event). Estinzione che in verità non è stata poi cosi' drastica, rinvenendosi in questi livelli nordafricani gran parte degli organismi che hanno caratterizzato le faune del Cambriano, come quelle di Burgess e Changjiang, per esempio.
Tra queste faune si distingue "l'icona" Anomalocaris, il supposto top-predatore di quegli antichi mari. Ma come attualmente si hanno le Orche (superpredatori) e le piu' grandi Balene (filtratori), tra gli anomalocarididi esisteva una simile organizzazione.
Di una lunghezza prossima ai 2 metri, L'Aegicosassis benmoulae (in onore del suo scopritore Mohamed Ben Moula), questo anomalocaridide è considerato come il piu' grande artropode che ha vissuto in quei mari 480 milioni di anni fa. Cosa ancora più interessante era che era un filtratore di plancon e non un predatore come i piu' piccoli (si fa per dire) Anomalocarididi come l'A. canadensis (dai livelli Burgess Shale in Canada) e l'A.saron (dal biota Chengjiang in Cina)
Il dorso di questa creatura era percorso non da una, ma ben da due pinne natatorie, caratteristica che non era mai stata osservata sino ad ora negli anomalocarididi più antichi, struttura che invece si rinviene nei moderni artropodi come nei gamberetti. Una riesamina degli anomalocarididi rinvenuti sino ad ora ha messo in evidenza in realtà che questa doppia organizzazione di "pinne" è presente anche nelle specie più antiche, ponendo questi organismi ad uno stadio precedente a quello della fusione dei due arti, dove laparte superiore si è adattata alla respirazione (per esempio nei trilobiti) e la parte inferiore alla locomozione. L'immagine che segue evidenza l'albero filogenetico (con albero filogenetico si intende un cladogramma interpretato in senso evolutivo, rappresentante l'evoluzione dei caratteri. Le linee ne rappresentano i legami con le specie ancestrali) presente sulla pubblicazione che descrive questa nuova specie (vedi più sotto per i riferimenti).
Le appendici dei questo gigante erano adattate per filtrare dalle acque dei quei remoti oceani il plancton che si doveva trovare in abbondanza. La forma a pettine permetteva di intrappolare il nutrimento e di portarlo alla bocca circolare localizzata ventralmente (come le Lamprede attuali se vogliamo fare un paragone azzardato) Parzialmente tratto dal sito dello Yale (http://news.yale.edu...ropod-evolution), da cui potrete fare ulteriori ricerche.
L'articolo che descrive questa aliena creatura lo trovate su Nature: http://www.nature.com/nature/journal/v522/n7554/full/nature14256.html e di seguito l'abstract:
Abstract: Exceptionally preserved fossils fromthe Palaeozoic era provide crucial insights into arthropod evolution, with recent discoveries bringing phylogeny and character homology into sharp focus. Integral to such studies are anomalocaridids, a clade of stem arthropods whose remarkable morphology illuminates early arthropod relationships and Cambrian ecology. Although recent work has focused on the anomalocaridid head, the nature of their trunk has been debated widely. Here we describe new anomalocaridid specimens from the Early Ordovician Fezouata Biota of Morocco, which not only show well-preserved head appendages providing key ecological data, but also elucidate the nature of anomalocaridid trunk flaps, resolving their homology with arthropod trunk limbs. The new material shows that each trunk segment bears a separate dorsal and ventral pair of flaps, with a series of setal blades attached at the base of the dorsal flaps. Comparisons with other stemlineage arthropods indicate that anomalocaridid ventral flaps are homologous with lobopodous walking limbs and the endopod of the euarthropod biramous limb, whereas the dorsal flaps and associated setal blades are homologous with the flaps of gilled lobopodians (for example, Kerygmachela kierkegaardi, Pambdelurion whittingtoni) and exites of the ‘Cambrian biramous limb’. This evidence shows that anomalocaridids represent a stage before the fusion of exite and endopod into the ‘Cambrian biramous limb’, confirming their basal placement in the euarthropod stem, rather than in the arthropod crown or with cycloneuralian worms. Unlike other anomalocaridids, the Fezouata taxon combines head appendages convergently adapted for filter-feeding with an unprecedented body length exceeding 2m, indicating a new direction in the feeding ecology of the clade. The evolution of giant filter-feeding anomalocaridids may reflect the establishment of highly developed planktic ecosystems during the Great Ordovician Biodiversification Event.
Figure addizionali sono accessibili (senza pagare!) a questo indirizzo: http://www.nature.com/nature/journal/v522/n7554/fig_tab/nature14256_ft.html
Ho avuto modo di toccare di persona un eccezionale A. benmoulae di cui condivido di seguito alcune immagini. Lo scudo cefalico misura circa 40cm in lunghezza, ed è circondato da impronte di graptoliti (Araneograptus murrayi) che ne definiscono la biozona.
Si osserva nell'immagine precedente a sinistra la carena (cresta mediana) ed il "foro" a destra corrisponde alla controimpronta di un brachiopode. Interessante la tessitura granulata che caratterizzava la superficie dell'esoscheletro.
che okkio....;) dai in un qualche modo ho qualche paternità di qualche forma...eheheheh
si era singolo pure lui, ma di una specie non ancora descritta. L'ho mostrata a Van Roy e mi ha confermato che si tratta di un nuovo anomalocaridide. Dovrebbe lavorare tra l'altro ad una nuova pubblicazione che illustra tutte le forme attualmente note e provenienti da Fezouata
Se non sbaglio quello piccolo che ti diedi a Saint marie era singolo pure lui? giusto? sai che non me lo ricordo....
bisognerebbe trovarne alcuni in connessione anatomica....o comqune mostranti nella fossilizzazione attacchi segmentati....:O
è per questo che una ipotesi è che possa essere appartenuto ad una struttura prensile piu' grande come in certi anomalocarididi e descritto nella pubblicazione che ho citato e da cui estraggo due immagini:
A. Spiculate first appendage of the anomalocaridid Anomalocaris briggsi, Early Cambrian, Australia (redrawn from Nedin 1995). B. Pectinate first appendage of the anomalocaridid Laggania cambria, Middle Cambrian, Canada (redrawn from Dzik and Lendzion 1988).
Un pettine rigido...come poteva essere portato alla bocca se non era a suo modo parte della bocca stessa? e quindi senza una segmentazione come potevano questi besti raccogliere il particolato?
Però la domanda sorge spontanea: esistono oggi molti organismi come es: cirripedi...che usano le setole per immobilizzare il sospeso...ma queste possono ripiegarsi ed essere estroflesse per portare il "catturato" alla bocca....ma nel caso di una struttura rigida in quel modo...come facevano?
Non credo Lorenzo, secondo Van Roy e Tetlie (2006), queste strutture a pettine erano utilizzate per immobilizzare ed intrappolare le prede prima di divorarle. La presenza di queste appendici spinose presenti sugli arti anteriori avrebbero quindi avuto una funzione tipo 'rete da pescatore' per catturare le prede. Questo farebbe dello Pseudoangustidontus un predatore attivo e non un filter feeding come l'Aegirocassis. Questo apparato potrebbe avere una qualche somiglianza con i podomeri di euripteridi magalograptidi o mixopteridi.
Una seconda interpretazione è che questa struttura a pettine facesse parte di una spina più grande principale, che porterebbe a considerare questo artropode simila agli anomalocarididi del Cambriano medio, come la Laggania cambria o nel Cambriano inferiore con l'Anomalocaris briggsi.
Nella figura sottostante si vede come la struttura a pettine sia assai differente da quella che hai messo sopra (bell'esemplare tra l'altro) e che appartengano a due forme differenti.
Immagine tratta da qui: http://www.nature.com/nature/journal/v522/n7554/fig_tab/nature14256_F2.html
La pubblicazione che illustra gli esemplari di Pseudoangustidontus e le loro caratteristiche la trovi di seguito. Il problema è che ad oggi poco si conosce di questo artropode e quindi siamo ancora in una "zona grigia" di speculazione.
Van Roy, P. and Tetlie, O.E. 2006. A spinose appendage fragment of a problematic arthropod from the Early Ordovician of Morocco. Acta Palaeontologica Polonica 51 (2): 239–246.
http://app.pan.pl/archive/published/app51/app51-239.pdf
I famigerati Pseudoangustidontus potrebbero quindi essere i "pettinoni" di questo tizio?