La Formazione dei Grès armoricani, ha dato alla luce interessanti associazioni di ichnofossili che tratterò (superficialmente) in questa breve paginetta.
Grazie all'acquisizione di una serie di esemplari provenienti dalla regione del Pays de la Loire, nella Francia nord-occidentale, mi sono un pochetto più interessato a queste tracce che risultano essere decisamente di grandi dimensioni, rispetto a quelle standard cui siamo abituati vedere nei mercatini di tutto il mondo.
Il sito da cui provengono gli ichnofossili presenti in questo capitolo, è localizzato in prossimità della ridente cittadina di Saint-Aubin-des-Châteaux a circa 8Km da Châteaubriant (Nord Est del dipartimento della Loire Atlantique).
Localizzazione del sito di provenienza degli esemplari illustrati di seguito
L’insieme del Grès Armoricain raggruppa litofacies quarzitiche, a dominanza arenaceo-pelitica e pelitica, secondo una distribuzione relativamente aleatoria in seno alla formazione medesima, nonostante localmente si possano distinguere di base tre membri definiti come Grès Armoricain inférieur, il membre moyen ed il Grès armoricain supérieur.
Queste arenarie sono generalmente scarse in materiale fossilifero, rinvenendosi raramenti trilobiti (Asaphida, Ogyginus armoricanus), brachiopodi (lingulidi) e bivalvi (actinodonti). Le associazioni fossilifere, ed in particolare la presenza di chitinozoari, hanno potuto determinare l'età di queste litologie, ascrivibili all’Ordoviciano inferiore, in particolare all’ Arenigiano medio (da 478.6 +/- 1.7 a 471.8 +/- 1.6 Ma). L’insieme della formazione è attualmente inserita nella Biozona a Eremochitina baculata brevis.
In determinati livelli sono estremamente abbondanti invece gli ichnofossili, più in particolare verso la base del membro inferiore e centrale. Buoni marker paleoecologici, le associazioni che è stato possibile ricostruire sono composte da Skolithos - Daedalus halli - Diplocraterion e l’associazione Cruziana – Monocraterion - Deadalus labechei - Phycodes.
La grande cava, chiamata del Bois de la Roche, estrae materiale per produrre della ghiaia, partendo da una litologia prevalentemente quarzitica, appartenente alla Formazione del Grès Armoricain. In essa affiorano le dominanti arenacee ed pelitiche che caratterizzano in Membri inferiore (M.I.) e Membro centrale (M.C.) di queste arenarie armoricane.
Le strutture sedimentarie che sono associate a queste litofacies rivelano la presenza di una piattaforma epicontinentale dominata dall’azione del moto ondoso e maree, periodicamente in condizioni emerse (si ipotizzano profondità inferiori al metro e non superiori alla zone di influenza del moto ondoso). Si rinvengono infatti ripple marks, strutture di essiccazione, strutture a chevron, stratificazione incrociata, load casts…
Ripple marks (foto Philippe Arnoux)
Probabili fratture di syneresis (foto Philippe Arnoux)
La terminologia adottata per la descrizione di queste tracce bilobate (da cui il vecchio termine di bilobiti per queste impronte) generalmente prende in considerazione la traccia dell’epirilievo concavo e non il calco (iporilievo convesso), nonostante che quest’ultimo sia quello che generalmente risulta meglio conservato e più frequente in cava:
1-solco longitudinale; 2-lobo; 3- cresta mediana;
4- epirilievo concavo (epichnia); 5- iporilievo convesso (hypichnia).
Chi ha creato queste impronte rettilinee di pascolo o movimento (pascichnia, repichnia) o di riposo (cubichnia) è ancora soggetto aperto. I trilobiti non erano gli unici artropodi presenti nei mari del Paleozoico, ed il numero impressionante di artropodi rinvenuto nei biota di Chengjiang e Burgess Shale ne testimonia la ricchezza e diversificazione.
Le tracce lasciate in conseguenza del movimento e ricerca di nutrienti all’interno dei sedimenti e sull’interfaccia deposizionale, possono avere la medesima morfologia ma essere prodotte da artropodi differenti.
Le ichnospecie di Cruziana che si rinvengono principalmente all’interno di queste facies sono state classificate come: Cruziana furcifera, Cruziana rugosa e Cruziana goldfussi. (Durand, 1985).
E’ difficile comunque poter definire una classificazione rigorosa anche di queste impronte. Seilacher (1970) classificò tutte queste tracce nel gruppo C. rugosa, mentre Kolb & Wolf (1979), riunirono C. furcifera e C. goldfussi in una sola specie (C. goldfussi). Non esiste comunque unanimità nella classificazione di queste ichnospecie, rinvenendosi i tre nomi ancora in letteratura. Recenti lavori (tra molti altri che non ho avuto modo di leggere ancora) di Neto de Carvalho (2006) e Egenhoff et al. (2007) su Cruziana rugosa hanno validato l’esistenza delle tre ichnospecie, invalidando invece il lavoro di Kolb & Wolf (1979).
Partendo dalla classificazione di d’Orbigny possiamo quindi differenziare le specie che si rinvengono in questa località secondo le seguenti caratteristiche morfologiche principali (ma con non poca ambiguità, dato che in alcuni esemplari si possono rinvenire i vari caratteri associati):
C. rugosa: corrugazioni trasversali che interrompono le strie a zig-zag;
C. furcifera: strie acute biforcate e regolari senza corrugazioni trasversali;
C. lefevbrei: strie acute NON biforcate e regolari senza corrugazioni trasversali;
C. goldfussi: presenza di solchi longitudinali (che possono non essere però costanti) e strie leggermente biforcate;
C. rouaulti: di ridotte dimensioni e simile C. furcifera e C. goldfussi. Si ipotizza che sia stata prodotta da forme meraspidi;
C. bagnolensis : traccia bilobata di dimensioni ridotte (centimetriche), con strie oblique rispetto alla cresta mediana; Non si osservano solchi longitudinali;
C. beirensis : determinata dalla mancanza di costanza nei caratteri morfologici per poterla correttamente determinare.
Cruziana rugosa (Coll. personale)
Cruziana rugosa (Coll. personale)
Cruziana furcifera (a destra) e C. rugosa al centro ed a sinistra della piastra
(Coll. personale)
Cruziana bagnolensis? (Coll. personale)
Cruziana bagnolensis (foto Philippe Arnoux)
Taenidium e Didymaulichnus (Foto Philippe Arnoux)
Rusophycus proveniente dai Grès armoricain di Camp Français, Laval, Mayenne. 15cm.
(foto cortesemente fornita dal Prof. Pillola G-L)
Bibliografia essenziale (ben lungi dall’essere completa)
Gran parte del testo l'ho tradotto da Durand (1985), che ha scritto un voluminoso e completo testo di 200 pagine su queste arenarie armoricane, e scaricabile a partire da questo link: https://tel.archives-ouvertes.fr/tel-00626956/document
Altri riferimenti sono parte delle citazioni presenti nel testo. Ovviamente questa pagina non vuole essere una pubblicazione scientifica, quindi per approfondimenti prego di riferirsi a testi più completi in materia.
Durand, J., (1985). Le Grés armoricain. Sédimentologie – Traces fossiles – Milieux de dépôt. Memoires et documents de Centre armoricain d’Etude structurale des socles, v. 3, Rennes.
Egenhoff, S.O., Weber, B., Lehnert, O., Maletz, J., (2007). Biostratigraphy precision of the Cruziana rugosa group: a study from the Ordovician succession of southern and central Bolivia. Geol. Mag., v. 144(2):289-303.
Kolb,S. & Wolf, R., (1979). Distribution of Cruziana in the Lower Ordovician sequence of Celtiberia (NE Spain) with a revision of the Cruziana rugosa -group. Neues Jahrbuch für Geologie und Paläontologie, Monatsheft, v. 8:457–74.
Neto de Carvalho, C., (2006). Roller Coaster Behavior in the Cruziana Rugosa Group from Penha Garcia (Portugal): Implications for the Feeding Program of Trilobites. Ichnos, v. 13:255-265.
Seilacher, A., (1970). Cruziana stratigraphy of “non-fossiliferous” Palaeozoic sandstones. In: T. P. Crimes and J.C. Harper (Eds.), Trace fossils. Geol. Spec. Issue 3, 447p. Seel House Press, Liverpool.
Ottimo lavoro come sempre Enrico!