Sembra che gli articoli sulle faune di Ediacara in questi ultimi mesi stanno uscendo a profusione. Dopo quella su Dickinsonia, ecco un nuovo articolo che tratta di Parvancorina, dell'analisi sulle possibili strategie di alimentazione utilizzando modelli numerici e creazione di correnti di flusso che potrebbero indicare come questo enigmatico organismo si poteva orientare per poter assorbire al meglio i composti organici di cui si nutriva.
La pubblicazione è stata pubblicata il 17 maggio sul Royal Society journal Biology Letters: http://rsbl.royalsocietypublishing.org/content/13/5/20170033
Interessante la critica mossa da Antcliffe e Devereux che non sono d'accordo con questa interpretazione. Dato che ad oggi non sono state rinvenute tracce di movimento di questo organismo, secondo questi
autori potrebbe piuttosto trattarsi di una forma legata ai petaloidi e l'orientazione in direzione della corrente come una forma di tropismo.
Abstract
Establishing how Ediacaran organisms moved and fed is critical to deciphering their ecological and evolutionary significance, but has long been confounded by their non-analogue body plans. Here, we use computational fluid dynamics to quantitatively analyse water flow around the Ediacaran taxon Parvancorina, thereby testing between competing models for feeding mode and mobility. The results show that flow was not distributed evenly across the organism, but was directed towards localized areas; this allows us to reject osmotrophy, and instead supports either suspension feeding or detritivory. Moreover, the patterns of recirculating flow differ substantially with orientation to the current, suggesting that if Parvancorina was a suspension feeder, it would have been most efficient if it was able to re-orient itself with respect to current direction, and thus ensure flow was directed towards feeding structures. Our simulations also demonstrate that the amount of drag varied with orientation, indicating that Parvancorina would have greatly benefited from adjusting its position to minimize drag. Inference of facultative mobility in Parvancorina suggests that Ediacaran benthic ecosystems might have possessed a higher proportion of mobile taxa than currently appreciated from trace fossil studies. Furthermore, this inference of movement suggests the presence of musculature or appendages that are not preserved in fossils, but which would noneltheless support a bilaterian affinity for Parvancorina.
Per chi non potesse aver accesso a questo articolo una buona descrizione della pubblicazione la si trova qui:
https://phys.org/news/2017-05-life-precambrian-livelier-previously-thought.html oppure me la richieda.
Discutendo recentemente con il curatore del museo di Arkhangelsk (presso S.Pietroburgo, Russia) mi ha detto che sta lavorando su una pubblicazione giustamente su Parvancorina. Secondo lui c'è un bias nell'interpretazione di queste forme ediacarane, in quanto non è stato spesso preso in considerazione il fatto che c'è stato un processo di decomposizione post seppellimento che ha anche spesso profondamente modificato la morfologia stessa dell'organismo. Cosi' che Parvancorina, come altre forme coeve, fosse in vita assai differente dalle forme che conosciamo dalla letteratura classica. La morfologia doveva essere simile ad un "bottone" senza la classica "ancoretta" che ne caratterizza la ben nota morfologia. Inoltre la locomozione doveva avvenire in maniera similare a quella di Kimberella, quindi l'ipotesi che si fosse in presenza di un antico artropode (come ne abbiamo già discusso piu' sopra ed in un altro post) munito di zampette perde consistenza, ovviamente sulla base dei suoi studi.